Dalla Sicilia agli U.S.A. vero politico cercasi

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Abraham Lincoln
Abraham Lincoln

Di Guido Di Stefano

 

 Forse sorriderete per le nostre parole. Noi però non intendiamo esibirci con una estemporanea e pungente battuta: rappresentiamo un grande timore.

   Temiamo tanto che la razza “vero politico” si avvia all’estinzione: in questo momento noi vediamo solo qualcuno di cui parleremo.

   Ma chi è il “vero politico”? Secondo  una sommaria definizione (con altre parole altri più autorevoli hanno espresso il medesimo concetto) lo è chi pratica le arti politiche  impreziosendole con le innate doti di illuminato statista e le ponderate capacità di irriducibile diplomatico. Ne conoscete qualcuno?

    Consapevoli che in fondo esprimiamo un nostro punto di vista, con una limitata trasvolata spazio-temporale (perciò salteremo a tratti interi periodi ed aree geografiche)  vi elenchiamo alcuni nomi del nostro “universo occidentale” che (a nostro avviso) meritano il titolo di “vero politico”, pur nei limiti dei contesti storici, ambientali  e culturali che ne hanno fruito della loro opera. E perdonateci se, per brevità e nostra imperfezione,   non citiamo altri personaggi storici  degni  dell’appellativo in trattazione.

    Forse alcuni nomi vi torneranno nuovi o poco opportuni (si parla così raramente dei loro meriti!). Iniziamo con Carlo Magno, re dei Franchi,  ed a seguire: il Gran Conte Ruggero, Giovanni senza terra, Federico II di Svevia, Pietro il Grande, Abraham Lincoln,  J.B.J. Bernadotte, il principe K.W.N.L.  von Metternich-W., Camillo Benso  conte di Cavour, Otto E.L.  von Bismarck-S., sir W.L.S. Churchill, K.H.J. Adenauer, J.F.  Kennedy, Nikita S. Krusciov, F.M.A.M.  Mitterand, H.J.M.  Kohl: è innegabile comunque che il loro agire ha avuto all’epoca risonanza “mondiale”. Per di più molti di loro hanno pagato con la vita e/o con le “scomuniche”.

    E tra i vivi?  I criteri sopra esposti ci portano a notare due volti  poco o affatto graditi a tanti che si definiscono occidentali (lo sono di cittadinanza) senza esserlo nell’ animo: Mikhail Gorbachev e Vladimir  V. Putin, entrambi “innamorati”, a modo proprio, della propria madre Russia.

    Le parole, le decisioni, le azioni tengono lontani dalle vette della vera politica gli altri occidentali in carica.  I loro comportamenti spingono a qualificarli o come operatori dell’alta finanza o come “capitani di ventura”.

 E’ tragico che non si voglia accettare l’idea che le grandi “unioni” sono stabili e durature finchè ne fanno parte anche i piccoli, con pari diritti e dignità: i grandi stati  da soli (lo racconta la storia e le cronache recenti) cercano sempre prevaricazioni, guerre, sangue e facile (o furfantesco?)  guadagno. Su diamola vinta alle nazioni  boss: facciamo scappare, anzi cacciamo la Grecia! Costringiamola a svendersi o ad indebitarsi con altra potenza!  Questi capi che si atteggiano a dei si sono chiesti  quanti “staterelli” fuggirebbero via?

   Non sappiamo se piangere o ridere: facciamo  i duri con la Russia  assegnando arbitrarie patenti (o patacche) di merito e di demerito, al di sopra della verità dei fatti,  mentre giochiamo con le parole per fronteggiare un mondo in fiamme (per occidentali colpe) che ci si rivolta contro.

   Siamo inclini  a sperare oltre ogni ragionevole speranza: ma noi Siciliani tra i popoli occidentali siamo proprio i più sventurati. Oltre i pesanti fardelli degli U.S.A.,  della U.E., di Roma  (popolati da  “politici” che ci impongono i nemici di turno) abbiamo quelli di nostra “creazione”.

   Veri politici li abbiamo avuti in dono tanti secoli fa (Ruggero, Federico II), con regolari scomuniche da Roma  ed una morte strana.

   Con la statura di veri politici ci sentiamo di considerare i “perseguitati” Milazzo, Mattarella e (perché no?) Nicolosi:   hanno provato o volevano provare ad affrancare e rilanciare la Nazione Sicilia, con la reale applicazione del tanto bistrattato (a Roma ed a Palermo) Statuto speciale.

     Dopo di loro  cosa?

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